Traccia di preghiera sulla III Domenica di Avvento (Anno B)
È già arrivato! Lo riconosci? Tutte le nostre belle tradizioni ti stanno preparando ad accoglierlo? E perché siamo invitati a prepararci, a questo appuntamento, con gioia?
Indicazioni metodologiche
- È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
- Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
- È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
- Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
- criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
- criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
- criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
- Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
- Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera. - Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
- Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
- Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
- Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Giovanni (1,6-8.19-28) Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
* Foto di Foto di Daniel Reche da Pixabay
Preghiera preliminare
Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.
Primo passaggio introduttivo
Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà un invito alla gioia.
Secondo passaggio introduttivo
Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di aiutarmi a capire perché questa Terza Domenica di Avvento viene chiamata Domenica “Gaudete” e perché ci viene chiesto di rallegrarci sempre.
Primo punto
Ci siamo quasi: ormai manca poco. Fervono i preparativi! Noi siamo presi dall’appuntamento delle festività natalizie e dalla loro preparazione. Vogliamo rifare anche quest’anno tutto al meglio. Stiamo prevedendo tutto nel dettaglio: non deve mancare nulla. Non ci sono altre attese. Nel susseguirsi di questi giorni, che sensazioni ti stanno accompagnando?
Dal Vangelo emerge, ancora una volta, una voce, che grida, incessante… Sembra quasi una ripetizione: continua a ripetere di raddrizzare… Capiamo meglio a questo punto del cammino a che cosa si sta riferendo? Sembra continuare a volerci dire che l’appuntamento decisivo è un altro e che a questo occorre prepararsi: ma qual è quest’altro appuntamento?
Secondo punto
Mentre annuncia che il Signore sta per venire, quella voce si fa più ferma e decisa: “fai attenzione, è qui, in mezzo a voi…” Ma come: è già arrivato? Lo riconosci? Tutte le nostre belle tradizioni ti stanno preparando ad accoglierlo?
Come mai, nel Vangelo, Giovanni Battista grida con quelle parole molto forti: “In mezzo a voi c’è uno che non conoscete!”? A chi si sta rivolgendo? Ai suoi interlocutori oppure anche a te che già conosci il Signore? E quindi ti starebbe dicendo che potresti credere di conoscere il Signore, mentre in realtà non lo conosci più, nonostante le tradizionali feste natalizie?
Terzo punto
E com’è possibile che a questo appuntamento siamo invitati a prepararci con gioia? Com’è possibile che siamo chiamati, semplicemente, a riflettere la luce e la speranza di colui che viene annunciato e che sta per venire? Conosci una possibilità più bella per prepararti? Che sensazione ti trasmette? Ma qualcun altro ti aveva mai detto queste cose?
Colloquio
Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, lo ringrazio perché, nonostante la complessità della vita, mi fa capire che una gioia profonda è possibile… sempre.
Concludo con un’Ave Maria.