Toccare: la ricchezza di un gesto semplice

Traccia di preghiera sul Vangelo della XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Com’è possibile che un potenziale di fecondità si spenga e possa poi riprendere il suo dinamismo di vita con il gesto semplice del toccare?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Marco (5,21-43)
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

*Foto di nine koepfer su Unsplash


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà un tocco, il toccare.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di riflettere sulla portata che può avere il gesto del toccare.

Primo punto

Uno dei temi del Vangelo è quello della fecondità, del progetto di vita ed esprime una dimensione umana fondamentale. Il Vangelo ci fa esplorare questo tema con due icone.

La prima icona è rappresentata da una dodicenne. È alle soglie dell’esplosione della vita, della fecondità, del fidanzamento, del progetto di vita nella fase che spinge per esprimersi.

Questa ragazza è per di più inserita in un tessuto relazionale che le convenzioni sociali descriverebbero di qualità. Ha una prossimità privilegiata alla Sacra Scrittura e a Dio grazie al delicato servizio che la comunità ha affidato al suo papà, uno dei capi della sinagoga locale.

Nonostante ciò, questa ragazza non riesce a valicare la soglia dell’età adulta. Si ammala di mancanza di identità, di vocazione frustrata. Inizia un’agonia. Il capo sinagoga disperato, vincendo le sue resistenze a rivolgersi a Gesù, si reca da lui per chiedergli aiuto e proprio in quel momento a quel papà arriva la notizia “tua figlia è morta”.

La seconda icona è rappresentata da una donna. È nel pieno dell’età adulta, ma il progetto di vita ad un certo punto si è inceppato: non riesce a vivere la fecondità, è impossibile viverla.

Questo inceppamento è simboleggiato da una perdita di sangue, da un ciclo mestruale continuo, addirittura da 12 anni, cioè da una emorragia di vita. La sua condizione agiata le ha permesso di cercare dei rimedi nella medicina, ma senza risultato e sprofondandola, sempre più, nell’isolamento relazionale, sociale, religioso. Questa donna è sempre più messa in difficoltà nella sua identità e vocazione. È agonizzante dentro.

Secondo punto

Com’è possibile che questo potenziale enorme di fecondità invece di esprimersi si spenga o si blocchi in modo permanente? Che cosa può mortificare un progetto di vita che avrebbe tutti gli ingredienti per dispiegarsi? Perché la pratica religiosa non sta funzionando?

Quella ragazzina e quella donna sono simbolo di che cosa, oggi, nella tua vita? Ciò che di te è irrisolto e bloccato è descritto più dall’icona della ragazzina o da quella della donna? Quante di queste figlie e di queste donne popolano il tuo mondo interiore?

Terzo punto

I protagonisti di questa dinamica cosa stanno cercando? Un obiettivo biologico, di salute, oppure un obiettivo di identità e di vocazione?

Il contatto che stabiliscono con Gesù è l’esito del loro impegno oppure in realtà è un suo regalo? Per stabilirlo occorrono condizioni particolari, una preparazione adeguata e una buona consapevolezza oppure avviene anche nella bolgia, camuffati, in ambienti domestici trasformati in camere mortuarie, innanzitutto esperienzialmente?

Che ruolo hanno gli sguardi che si incrociano, la prossimità, la relazione? Gesù è riconosciuto per la sua popolarità oppure, innanzitutto, esperienzialmente come canale, relazione di vita e di fecondità? Conosciamo altri rimedi efficaci alla mancanza di fecondità? Quel vissuto, disperato e mortifero, che imperversa nella vita delle due donne, che fine fa?

Colloquio

Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, lo ringrazio perché, nei pantani della mia vita, è lui che mi raggiunge, mi chiama per nome [“figlia, figlio”], mi prende per mano, mi dice: “Alzati”… e mi rimette in cammino.

Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf. (Istruzioni per la stampa)

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