La sfida del cammino ordinario

Traccia di preghiera sul Vangelo della VIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)

Qual è la sfida propria di un cammino ordinario? Da dove sbucano fuori frutti buoni e cattivi, pagliuzze, travi, guide cieche? Che cosa sono?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Luca (6,39-45)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.

Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.

Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».

*Immagine generata con Adobe Express AI.


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà una sfida.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare gli chiedo di considerare la sfida propria di un cammino ordinario.

Primo punto

Gesù mi invita a guardare con attenzione al mio cammino quotidiano, aiutandomi a riconoscerne il dinamismo interiore. Questa consapevolezza è essenziale per vivere con autenticità e profondità, permettendomi di comprendere la direzione delle mie scelte e azioni.

Tre dinamiche spirituali emergono da questo invito. La verifica dei frutti: guardare cioè ai frutti, ai risultati, agli esiti delle mie scelte, per comprendere la direzione del mio cammino e il senso delle mie azioni. Coltivare un ascolto interiore che mi permetta di discernere con chiarezza e di prendere decisioni autentiche e appropriate. L’attenzione ai riscontri e alle conferme: imparare a leggere i riscontri e le conferme non come giudizi, ma come occasioni di crescita e comprensione.

Queste dinamiche richiedono strumenti essenziali per un cammino di maturità spirituale e c’è un depositum fidei, un patrimonio che me li mette a disposizione. Ricordo alcuni di questi strumenti: la conversione: cioè la possibilità di un cambiamento continuo che rinnova e trasforma; il mettersi in discussione: vale a dire la disponibilità a rivedere le mie convinzioni e abitudini; l’interazione con la realtà complessa: cioè la capacità di confrontarmi con la complessità senza cercare soluzioni semplicistiche; la libertà dai condizionamenti sociali: che consiste nel saper mantenere una visione libera dai giudizi, dalle aspettative e dalle sollecitazioni esterne; l’equilibrio negli stili di vita: vale a dire scegliere uno stile di vita autentico ed equilibrato; l’attenzione al mondo interiore, coltivando uno spazio interiore e un ascolto profondo.

Sono consapevole delle dinamiche che animano il mio cammino? Quali frutti vedo maturare nelle mie scelte quotidiane e cosa mi rivelano su di me? In che modo posso integrare ascolto, discernimento e decisione nelle scelte di ogni giorno? Come posso accogliere i riscontri e le conferme del mio cammino come occasioni di crescita?

Secondo punto

Gesù non si limita ad evidenziare le potenzialità di cui è ricco il quadro delle dinamiche spirituali, ma mette anche in evidenza come tutto questo non è esente da rischi. Se vissuto superficialmente o frainteso, rischia infatti di trasformarsi in un percorso sterile o persino dannoso.

Quando ciò accade la verifica dei frutti, degli esiti e dei risultati diventa un giudizio moralistico e superficiale; l’ascolto e il discernimento si riducono ad una razionalizzazione sterile; i riscontri e le conferme si trasformano in chiusure rigide o conferme egoistiche.

In questo scenario, l’orizzonte interiore si va riempiendo di pagliuzze e travi, e la visione si oscura, popolandosi di guide cieche. Ci si abitua ai condizionamenti sociali, si evita il confronto interiore e si scivola verso stili di vita dissociati e superficiali.

Come posso evitare di cadere nelle trappole di una comprensione superficiale del mio cammino? In che modo posso riconoscere e superare le opzioni semplificate o dicotomiche nella mia vita quotidiana? Quali passi concreti posso compiere per mantenere uno stile di vita autentico e coerente?

Terzo punto

La buona notizia di questo brano è che Gesù non è uno spettatore passivo della vita, ma è presente in maniera appassionata in questo dinamismo, se ne fa carico. Ed è presente perché vive una relazione profonda con noi.

A chi lo ascolta, aiuta a riconoscere le ambivalenze e i rischi delle dinamiche interiori. Supporta il nostro cammino. Dona vita e speranza: la relazione personale con Lui dà senso e compimento alle dinamiche, le illumina di verità e dimostra che non sono un fardello, ma strumenti preziosi e decisivi per un cammino di speranza e di autenticità. È in questa relazione personale con il Signore che le dinamiche acquistano significato e portano frutto. In Lui si trova il senso del cammino, la forza per la conversione, la libertà dai condizionamenti e l’equilibrio interiore.

Come posso coltivare una relazione personale più profonda con il Signore nella mia vita quotidiana? In che modo posso trasformare le sfide e le ambivalenze in occasioni di conversione e speranza? Quali aspetti della mia vita posso rivedere per esprimere più pienamente la speranza e la vita che derivano dalla relazione con il Signore?

Colloquio

Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, Lo ringrazio perché è presente in maniera appassionata nei cammini ordinari di ogni uomo e di ogni donna, per dare vita e speranza. Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)

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