La lezione del ragazzo con la merenda

Traccia di preghiera sul Vangelo della XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Un ragazzo con la sua merenda può sfamare una grande folla? Come è possibile che, quel poco a disposizione, possa sovrabbondare, fino a far sperimentare sazietà e benedizione?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,1-15)
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.

Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».

Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Foto di Aristal Branson da Pixabay


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà una merenda.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di riflettere sul significato che può assumere una singola merenda rispetto ad una folla affamata.

Primo punto

In uno scenario complesso, fatto di spostamenti, di traversate di mare e di folla che cerca di seguirlo, Gesù continua a desiderare raccoglimento e fa di tutto per provare ad appartarsi.

Le sue scelte lo fanno capire chiaramente: senza esitazione, evita luoghi affollati, sale su di un monte e lì si sistema, per starsene con i suoi discepoli. La sistemazione fisica, le conversazioni, il silenzio, la sobrietà, il non richiamare l’attenzione, il non prendere iniziative, i gesti, quello sguardo intenso di Gesù, spesso verso l’alto, dicono tutto questo.

A quale finalità rispondono queste scelte? Perché è così determinato nel cercare e preservare questa intimità tra lui e i discepoli? Non rischiano di isolarsi e di dare l’idea di un appartarsi incomprensibile? E come si fa a restare distaccati, rispetto a quella folla che li sta cercando?

Cerchi anche tu questa intimità? I tuoi ritiri, le tue attenzioni spirituali al tuo cammino, a quali esigenze intendono rispondere?

Secondo punto

Colpo di scena…: tutto quel rituale, invece di isolare e di arroccare quel gruppo di amici, lo rende ancora più consapevole di quello che sta accadendo, lo rende ancora più presente alla realtà.

In particolare, Gesù, da quella posizione sul monte, già così alta, con quel gesto dello sguardo verso l’alto, si accorge, di nuovo e meglio, della folla che sta in basso.

Com’è possibile? Cosa rappresenta quel gesto? Che cosa e chi sta guardando che gli permette di includere quella folla allo sbando e di scrutare i suoi bisogni profondi? Che cos’è veramente quel ritiro su quella montagna?

Terzo punto

Gesù coinvolge i discepoli, per provare a rispondere alle esigenze profonde di quella folla.

I discepoli provano a trovare una soluzione, così come sono abituati a fare, attingendo ai mezzi umani: il potere, la forza, il denaro. Come fanno ad accorgersi che questo repertorio classico non è utilizzabile? Che cosa rende impossibile ai loro occhi questa soluzione? 

Come alternativa trovano, con sgomento, solo la merenda di un ragazzo: consiste in cinque pani d’orzo e due pesci. Come si stanno sentendo?

Per Gesù, quella merenda fa verità: descrive bene il poco che ogni essere umano ha e il poco che è. Quella sproporzione rispetto ai bisogni della folla e della vita è evidente: dice una verità dell’essere umano, una verità antropologica.

Gesù propone di viverla affidandola a Dio, consegnandola al Padre. E la affida ringraziando per il poco che abbiamo e per il poco che siamo.

Questo gesto è liberatorio: orienta nella gratitudine, riconcilia, dà profondità, allarga gli orizzonti, dona lucidità, favorisce l’abbondanza e l’avanzo, fa sperimentare benedizione.

Ecco il vero cibo, il pane, la nuova manna, il nutrimento, l’Eucaristia, il miracolo che sfama in maniera profonda quella folla: ringraziare per ciò che hai e sei e ascoltare Gesù ringraziare il Padre di te.

Tutto questo nutrimento diventa cura delle relazioni, comunione, condivisione, solidarietà, sazietà, provviste per il cammino.

I cinque pani e i due pesci sono una metafora di che cosa nel tuo cammino? Come li attualizzeresti, oggi, nella tua vita? Conosci il dinamismo da loro descritto? Quando di recente l’hai sperimentato? Lo stai custodendo? La tua attenzione va su tutte quelle persone che vengono sfamate o sui cinque pani d’orzo e i due pesci?

Colloquio

Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, Lo ringrazio perché, con Lui, la cura del mondo interiore può portare ad interagire più profondamente con la realtà.

Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)

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