Il potere dei semi

Traccia di preghiera sul Vangelo della XI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

C’è un potere anche dei semi piccoli, insignificanti, che spesso calpestiamo senza neanche accorgercene? Quale potrebbe essere?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Marco (4,26-34)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».

Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui saranno dei semi.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di esplorare il potere che dimostrano piccoli ed insignificanti semi.

Primo punto

Il termine “regno” sta diventando una parola sempre meno comune e sempre più desueta. Figuriamoci l’espressione “regno di Dio”…
Diciamo subito che Gesù non ci sta raccontando una fiaba, non sta cercando di darci una lezione di diritto costituzionale sulle forme che uno Stato può assumere, non sta proponendo una teocrazia cristiana.

Gesù sta parlando del nostro rapporto con la realtà: la realtà nella sua complessità, nelle sue articolazioni, nelle sue sfaccettature. E sta cercando di dirci che, nella nostra interazione con la realtà, anche quella più impegnativa, è possibile e decisivo preservare la nostra libertà e avere un riferimento sicuro e solido alla vita, alla fecondità, alla speranza. Ecco il regno di Dio.

Chi di recente più ti ha reso consapevole di questa dimensione del tuo cammino? Come la curi?

Secondo punto

Per far tesoro di questo rapporto sano con la realtà e, quindi, interagire e destreggiarsi con il flusso continuo di restrizioni, sollecitazioni, condizionamenti che viviamo nel nostro cammino, Gesù ci affida un insegnamento prezioso. Il Vangelo di oggi, in particolare, ci offre l’opportunità di riflettere su due approcci alla realtà.

Il primo è descritto con l’immagine dell’uomo che getta il seme sul terreno. È una immagine attraverso cui Gesù ci suggerisce come vivere il rapporto con la realtà: ci invita a concentrarci esclusivamente sul gesto del seme che viene gettato sul terreno e non su altri parametri quali, ad esempio, la pretesa di controllare il seguito della semina, la verifica minuziosa del processo di crescita del seme, la quantificazione dei frutti.

Questo approccio ci fa gustare libertà, ci fa sperimentare grazia, ci tiene a contatto con il dinamismo della vita, della fecondità, della speranza. Questa è la prima immagine che ci propone.

In che modo, il gesto di gettare il seme sul terreno può essere applicato alle tue azioni quotidiane? Se privilegiassi questo focus nel tuo modo di vivere, quali conseguenze sperimenteresti? Quali sono alcuni esempi di semi che hai piantato senza sapere come sarebbero cresciuti? Quali frutti della tua vita hai visto crescere senza il tuo intervento diretto?

Terzo punto

La seconda immagine, che Gesù ci raccomanda come interazione con la realtà, è quella di procedere con l’approccio dei granelli di senape, cioè attraverso tutti quei gesti ed azioni che non si notano, che sono irriconoscibili, che si presentano irrilevanti, ma che, negli orti della vita, cioè nei diversi ambiti in cui si esprime il nostro cammino, sono semi che poi diventano le piante più grandi, cioè fanno la differenza, portano lontano, dimostrano un grande impatto.

Il cambiamento e la crescita, spesso, avvengono in modo nascosto e graduale. E, anche in questo caso, beneficiamo di un dinamismo di crescita che si dimostra pieno di passione, misterioso, incontenibile.

Quali piccoli gesti o azioni nella tua vita potrebbero essere paragonati ai granelli di senape? Quali esempi di crescita straordinaria da piccoli inizi hai osservato nella tua vita o nella vita degli altri? In che modo puoi contribuire alla crescita e alla fecondità, negli ambiti in cui ti trovi, anche con gesti minimi?

Colloquio

Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, lo ringrazio perché si prende cura dei miei semi, dei miei granelli di senape, dei miei steli, delle mie spighe, dei miei chicchi pieni, delle mie piante, dei miei rami, dei miei frutti maturi: si prende cura, cioè, di tutto ciò che fa germogliare e crescere la mia vita e lo fa sia che dorma o vegli, di notte o di giorno.

Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)

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