Il nutrimento decisivo

Traccia di preghiera sul Vangelo della XX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)

Come alimenti la tua vita? Quali nutrimenti preferisci? Quali ti consentono di sperimentare vita? Ce n’è uno che si dimostra decisivo?

Indicazioni metodologiche
  • È una traccia di preghiera sulle letture della domenica, in particolare sul Vangelo, ispirata alla tradizione degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola.
  • Presuppone la lettura del Vangelo corrispondente: se omessa, la traccia che segue è priva di senso e si trasformerà in una presa in giro di se stessi.
  • È predisposta in maniera tale da cercare di favorire il tuo coinvolgimento, il tuo apporto, il tuo contributo.
  • Per la durata di questa preghiera, propongo i seguenti criteri:
    • criterio del gusto interiore: farla durare sin quando ci dà gusto, ci coinvolge, ci intriga.
    • criterio quantitativo minimo: non meno di 10 minuti.
    • criterio quantitativo massimo: non più di 60 minuti.
  • Non devi approfondire ogni spunto e domanda della traccia. La raffica di spunti e domande è per aiutarti a trovare il tuo filo conduttore. Soffermati dove ti senti toccato, dove senti coinvolgimento, dove avverti un richiamo. La tua preghiera passa in maniera decisiva dall’attenzione a questi movimenti interiori. Passa ad un altro punto della traccia solo quando hai ben gustato il precedente.
  • Puoi impiegare la traccia con diverse modalità, prestando attenzione al tuo bisogno
    interiore: una sola volta, per più giorni, per una settimana intera.
  • Puoi adoperarla anche insieme ad altri: in tal modo, dopo la fase personale, è poi possibile condividerne i frutti. Alcuni stanno sperimentando la traccia in gruppi.
  • Alla fine della preghiera, prendi qualche appunto scritto (su carta, in un file, ecc.) sull’esperienza spirituale vissuta.
  • Pregando sulla traccia, ti faranno compagnia tante sensazioni in ordine sparso, tipo “Non ci capisco niente!”, “Quante domande…”, “Io sono in cerca di risposte chiare e complete e qui trovo solo domande e tante…”, “La struttura della preghiera è strana”, “Alcuni passaggi risultano macchinosi…”, “Mi restano alcune immagini e non capisco perché”, “Sono affiorati diversi ricordi, belli e meno belli: che senso ha?”
  • Non solo: ti potrà capitare di ritornare in maniera spontanea sulla traccia mentre sei impegnato nelle tue corse o di essere raggiunto ancora da essa.
Sai come si chiama tutto questo?
Preghiera.
La tua.
Sì, starai pregando.
Continua.
Testo del Vangelo…
Dal Vangelo secondo Giovanni (6,51-58)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

*Foto di di Whoop005 da Pixabay


Preghiera preliminare

Chiedere a Dio nostro Signore la grazia che per la durata della preghiera tutte le mie intenzioni, il mio agire e la mia dimensione interiore non si disperdano in mille distrazioni, ma siano dedicate solo all’incontro con Lui: è possibile ed è bello.

Primo passaggio introduttivo

Consiste nel comporre il tema della preghiera. Qui sarà il nutrimento.

Secondo passaggio introduttivo

Consiste nel domandare al Signore quello che voglio e desidero. Qui, in particolare, gli chiedo di riflettere su ciò che può dimostrarsi nutrimento nella nostra vita.

Primo punto

Nel discorso di Gesù alle folle, l’affermazione «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo» ha suscitato diverse mormorazioni, soprattutto da parte dei giudei. Gesù accoglie le loro perplessità e continua il suo discorso, aggiungendo qualcosa in più.

Afferma, innanzitutto, che questo pane vivo è per la vita ed è quindi il vero pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i loro padri e morirono. La manna conosciuta dagli ebrei nel deserto, infatti, permise loro di sopravvivere, ma non di evitare la morte.

Dalle sue parole emergono, in particolare, due prospettive relative a questo pane vivo: da un lato, è per la vita del mondo; dall’altro lato, se uno ne mangia vivrà in eterno. Affiora una articolazione tra la vita del mondo e la vita in eterno. Gesù sembra avere chiara questa distinzione ed essere interessato ad entrambe le prospettive: non gli interessa solo la vita eterna, ma anche la vita del mondo, la nostra vita.

Quando pensi a Gesù come “pane vivo“, ti concentri più sul nutrimento spirituale quotidiano che Lui offre, oppure sulla promessa della vita eterna che ci attende? La speranza che Gesù offre ti sembra più legata alla certezza della vita eterna o alla trasformazione della vita presente? Come vivi questa speranza nella tua vita quotidiana?

Secondo punto

Gesù precisa, soprattutto, che questo pane vivo che lui darà da mangiare è la sua carne. Da questa sua aggiunta, scaturisce un’ulteriore aspra discussione. Non nasce, però, contro Gesù. Si sviluppa, infatti, tutta all’interno del gruppo dei giudei. Ecco la sintesi della discussione: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Di fronte all’approfondimento di Gesù, vanno emergendo varie linee di pensiero.

Che cosa colpisce alcuni positivamente? Cosa li intriga? Che cosa suscita speranza? Cosa, per altri, nelle parole di Gesù, risulta difficile da accogliere? Che cosa costoro stanno difendendo?

Pensi che la difficoltà di questi giudei sia più legata ad una comprensione letterale delle parole di Gesù oppure ad una resistenza a fidarsi completamente di Lui?

Terzo punto

Gesù si accorge della concitazione che le sue parole hanno suscitato, si inserisce nella discussione sorta tra i giudei e cerca di chiarire le sue affermazioni. Amplia il suo discorso, per aiutarli ad andare più a fondo in ciò che sta dicendo.

Afferma che la sua carne ed il suo sangue sono “vero cibo e vera bevanda”, nutrimento indispensabile per la vita. Chiarisce, poi, il senso del “mangiare la sua carne e bere il suo sangue” dicendo: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” ed ancora “chi mangia me vivrà per me”. Mangiare la carne e bere il sangue di Gesù si rivela quindi decisivo per rimanere nella relazione con lui e così sperimentare la vita in abbondanza.

Tutto questo discorso di Gesù, secondo te, è d’aiuto per la discussione in atto tra i giudei? Questo chiarimento rispetto al senso del mangiare la sua carne serve a calmare gli animi oppure apre la strada ad altre resistenze nei suoi ascoltatori?

A che cosa si sta riferendo con i termini “la mia carne” ed “il mio sangue”? In che modo “mangiare la sua carne e bere il suo sangue” si rivela decisivo per la tua vita? Questa espressione si riferisce all’Eucaristia oppure ha un significato più ampio?

Colloquio

Conversare amichevolmente con il Signore. In particolare, lo ringrazio perché lui si dimostra vero cibo e vera bevanda ed è il nutrimento decisivo del mio cammino perché fa sperimentare vita.

Concludo con un’Ave Maria.

Cliccando sull’icona è possibile scaricare la traccia di preghiera in formato pdf.
(Istruzioni per la stampa)

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